In un tempo in cui bisogna offrire un’offerta formativa il più possibile proiettata al futuro occorre avere punti di riferimento certi che consentano una scelta consapevole.
Per questo la Fondazione Agnelli tutti gli anni offre un report che consente di mettere a confronto le scuole, focalizzando la propria attenzione sui successi o gli insuccessi che gli studenti hanno nel corso del primo anno di studi universitari. Perché una buona scuola è tale se offre possibilità di futuro e getta le basi per la continuazione degli studi.
Nel ricostruire le carriere la Fondazione osserva due aspetti: la velocità negli studi e il profitto, nella consapevolezza che sia importante laurearsi in tempo con buoni risultati. Da questi due importanti indicatori estrapola l’indice FGA che è la cartina di tornasole del successo nello studio universitario.
I risultati vengono poi confrontati con quelli delle altre scuole del territorio.
Cosa che è accaduta al Liceo Classico e Linguistico “R. Settimo”, che è stato valutato dalla fondazione Agnelli per le performances dei propri studenti.
Ottimi i risultati per il Liceo Classico che ha un indice FGA pari a 72.69, con studenti che hanno medie altissime nel primo anno di università (27.25) e altrettanto alti crediti (68.27). Gli esiti sono confrontabili con scuole rinomatissime del territorio siciliano. Fra gli studenti del Liceo l’83% supera il primo anno e continua il proprio percorso di studi.
Ottimi gli indici di successo per il Liceo Linguistico che è il migliore nell’arco di 30 chilometri, secondo i risultati della Fondazione, con un indice FGA di 72.66, con altissime percentuali dopo il diploma di studenti immatricolati (il 79%) che superano il I anno del corso di studi prescelto (contro il 60% della media regionale).
L’indice FGA di 72.66 stacca di molto il 63.05 e il 58.78 delle altre scuole del territorio e costituisce motivo di orgoglio, a riprova del serio lavoro e di un percorso efficace condotto fra i banchi di scuola.
Una buona scuola favorisce un migliore impatto con l’Università, sottolinea la Fondazione. E questi dati lo confermano senza timore di smentita.
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